L’impatto del Coronavirus sul settore della comunicazione
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L’impatto sul settore della comunicazione ci sarà, ma il mercato testimonia una certa fiducia. Smart Working diffuso come tutela preventiva e a sostegno delle indicazioni delle autorità.
L’emergenza sanitaria legata al Coronavirus che ha colpito l’Italia sta condizionando la vita dei cittadini e delle aziende. Il sondaggio è stato condotto dal Centro Studi UNA tra gli associati e ha visto anche la collaborazione di Assorel. Tra i rispondenti ci sono realtà operanti in ambito pubblicitario, PR e comunicazione integrata, eventi, branding e digital.
Sul fronte delle misure attivate per tutelare i dipendenti e l’interesse civico, lo Smart Working (75%) ha decisamente prevalso, il 53% ha sospeso le trasferte di lavoro mentre il 41% ha cancellato i meeting di persona optando per alternative tecnologiche come video-conferenze o messaggistica istantanea. Solo il 6% ha chiuso sedi operative.
“I dati dimostrano una situazione prevedibile. Di fronte a qualsiasi emergenza il mercato inizialmente si contrae. Questo evidenzia la necessità di trovare misure alternative per far fronte al momento congiunturale. È proprio in momenti come questi che i brand devono dimostrare maggiore vicinanza agli utenti e la comunicazione rimane una leva fondamentale per mantenere vivo il rapporto tra marchio o prodotto e consumatore.
Ma quali gli effetti più immediati? Se sicuramente il dato più rilevante è quello relativo alla cancellazione degli eventi (66%) emerge la piena volontà di agenzie e dei brand di posticipare piuttosto che annullare. Questo traspare nell’ambito delle campagne pubblicitarie – dove la riprogrammazione (50%) supera di gran lunga la cancellazione (12%) – o negli eventi (57%) e produzioni (31%).
ph.: Matt Chinworth on Behance_
“Il mercato ha sicuramente cambiato la sua dieta mediatica, con una maggiore esposizione alle fonti online che fisiche. Questo può essere uno spunto per agenzie e brand per consigliare attività diverse o ridefinire strategie senza compromettere gli obiettivi di business” continua Marianna Ghirlanda.
Prosegue Emanuele Nenna, Presidente UNA: “All’interno delle agenzie continueremo a lavorare sulla prevenzione, seguendo scrupolosamente le indicazioni delle Autorità. Faccio però anche un appello: da comunicatori esperti dobbiamo contribuire a una corretta narrazione dell’emergenza. Credo che leggere correttamente le informazioni a disposizione e trasmettere messaggi di fiducia, a partire dalla nostra sfera diretta di influenza, possa aiutare. Parlare di rallentamento e non di stop, di posticipo e non di cancellazione, di nuove opportunità che possono nascere dalle difficoltà, e lavorare insieme ai brand per definire fin d’ora strategie di rilancio è il modo migliore in cui la nostra industry può rendersi utile, in un momento così complicato”.
Convergent Marketing.
“Affilare le armi”: dare o ridare filo a una lama, renderla tagliente. Il tempo sospeso, quello che impiegheremo per sconfiggere il nemico invisibile, ci lascerà, dal punto di vista professionale, un grande insegnamento: l’importanza di comunicare e la necessità di un pubblico fedele a cui rivolgersi.
La ripresa – che arriverà, eccome se arriverà. – sarà repentina. Passerà, sempre più, da soluzioni digitali che aiutino le attività economiche nel riacquisire relazioni e recuperare il terreno perso. Componente tecnologica e strategie efficaci marceranno di pari passo e dovranno essere rese diffuse, condivise, portate alla conoscenza dei più.
Affiliamo le armi. Facciamoci trovare pronti.
(articolo di Caterina Varpi – Engage Contemporary Marketing & Media)