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Food Trend

Più qualità nel carrello degli italiani

On giovedì, Settembre 14, 2017 | 832

È finito il tempo del downgrading della spesa. A sostenerlo è il Rapporto Coop 2017, che sottolinea anche quanto cresca la componente esperienziale ed estetica del cibo. Con dinamiche che ricordano il settore della moda.

 

Voglio condividere con voi l’articolo della rivista FOOD:

 

C’è una buona notizia per l’industria e la distribuzione alimentare italiana: è tornata la voglia di qualità tra i consumatori e soprattutto nel carrello della spesa. A rivelarlo è il Rapporto Coop 2017, che tratteggia un quadro dell’Italia più confortante rispetto al panorama a tinte fosche degli anni scorsi. Questo non vuol dire che tutti i problemi siano risolti, anzi di incognite ne restano tante, a cominciare da quella evidenziata da Marco Pedroni, Presidente di Coop Italia, proprio a margine della presentazione del Rapporto e cioè una preoccupante inflazione sul fronte di varie materie prime e prodotti alimentari (olio extravergine di oliva +60% nel 2017, caffè robusta +30%, latte in stalla +10% in Italia e +40% in Germania, burro +80%, Parmigiano Reggiano +18%, Grana Padano +7%) che potrebbe rappresentare un freno per la ripresa ancora debole.

Basta alle rinunce alimentari

 

Ma torniamo alla buona notizia: secondo il Rapporto Coop, il 2017 è l’anno della fine del downgrading della spesa e la maggioranza degli italiani si è lasciata alle spalle il tempo delle rinunce alimentari e della caccia alle promozioni; torna la voglia di qualità e la sperimentazione. Il 70% degli italiani, primi in Europa, dichiara di essere disposto a pagare di più per avere più qualità e il carrello del lusso, forte dei suoi filetti di pesce, funghi, caffè in capsule e vini doc, supera l’8% di crescita nel primo semestre dell’anno. Nelle fasi più recenti qualità è poi diventata sinonimo di sicurezza, oltre che di proprietà organolettiche e di gusto. Si spiega così quel 56,4% di consumatori che legge in modo quasi maniacale le etichette dei cibi.

I trend a tavola

 

La salute prima di tutto e il cibo come elisir e terapia oltre che come piacere. È questo il nuovo mantra degli italiani a tavola: il 46% pensa infatti che i superfood siano un modo per trattare e prevenire le malattie, per un intervistato su tre la loro assunzione è addirittura alternativa alle medicine tradizionali e più di un italiano su 3 si fa dettare la dieta alimentare direttamente dal proprio medico (o dal naturopata) piuttosto che dal produttore o distributore. I ‘cibi terapeutici’ (superfood ma anche dieta sirt e prodotti assimilabili) valgono oramai il 10% dei consumi alimentari e crescono il doppio della media (+5% l’ultimo anno, i superfood l’8%). Anche qui per superfood che tendono a scemare nell’attenzione degli italiani, altri di nuovi e ancora più insoliti ne arrivano: attualmente quelli ritenuti più healthy e comunque anche gustosi al palato sono la polvere di maca (il 100% ritiene che abbia proprietà salutistiche), i semi di chia (75%), le bacche di acaj (69%) e di goji (68%). Mentre si sono arrestate le vendite di aglio nero (-37%), kamut (-24%), soia (-3%) a riprova della progressiva fluidità delle scelte di consumo.

Vincono le varianti più salutari

 

Se scendiamo dal macro ai singoli prodotti si coglie analizzando i top e i bottom delle vendite nella grande distribuzione l’effetto sostituzione a vantaggio delle varianti più salutari. Anche quando si ha a che fare con i prodotti della tradizione: così cede terreno il latte uht (-4,6%) in favore di quello a alta digeribilità (+174,4%) o le uova di galline allevate in batteria (-8,2%) a favore di quelle allevate a terra (+15%). E scorrendo la lista è tutto un surplus di prodotti considerati benefici: crescono gli integrali, i senza glutine, i senza lattosio. Se consideriamo solo il ‘senza olio di palma’, diventato anche un caso mediatico, il giro d’affari registra un più che promettente +13,5%, mentre siamo arrivati a mangiare la stessa quantità di carni rosse e bianche chiudendo un divario fino ad oggi storico: 19 chilogrammi pro capite annui.

Il cibo è moda

 

Ma se il cibo torna di moda prende proprio dal fashion altre caratteristiche. Diventa così esperienza da vivere, estetica da condividere (130 milioni i risultati indicizzati su Instagram alla parola #foodporn), rappresentazione della propria identità individuale (vegan e non solo….) e sperimentazione (le scelte alimentari sono sempre più fluide e stagionali). A proposito di stagionalità, il positivo andamento delle vendite food della grande distribuzione (sfiora il 3% nel primo semestre) è concentrato proprio nei settori che hanno subito le temperature estreme sia della stagione calda che di quella fredda e potrebbero ridurre la loro esuberanza con un (auspicabile) ritorno alla normalità ‘metereologica’.

 

continua l’intervista completa di FOOD con gli articoli:

  • I numeri della ripresa.
  • L’andamento vendite in Coop.
  • Liberare risorse per finanziare lo sviluppo.
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0 Tags: Food, trend

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