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A tavola come nella moda

In cucina tornano gli anni Ottanta. Meravigliosi quegli anni…..dalle lasagne ai tagliolini al salmone riecco i piatti ispirati a un’epoca mai dimenticata.

Sono tornati gli Anni ’80?

In cucina, pare di sì: basta vedere i menù di parecchi fra i migliori ristoranti. Le ricette di quel tempo stanno ispirando gli chef e i piatti piacciono ai clienti. In particolare a quelli che erano giovani o giovanissimi in un periodo tra i più felici della storia recente: si usciva dagli anni di Piombo, l’economia tirava e ci si divertiva, magari in modo non raffinato o sobrio, ma ci si divertiva senza preoccupazioni.

primi piatti @ilmatterellopastafresca.it

Peraltro, l’attenzione al passato non è strana nella cucina: a parte rarissime eccezioni, soprattutto di natura tecnica, in cucina inventare è molto, molto difficile. E soprattutto, inventa chi non ha una tradizione immensa e un mare di prodotti come è patrimonio dei nostri cuochi.

Da noi, oltre al peso delle regionalità, c’è pure una cucina italiana che si evolve di stagione in stagione, mutando tendenza e magari tornando all’inizio.

Ora sotto la lente ci sono appunto gli Anni ’80. Cosa ci hanno lasciato quegli anni in tavola? Abbondanza e golosità, innanzitutto: via la Nouvelle Cuisine ma recuperare la tradizione (pardon rivisitarla o risciverla) non era très chic come adesso. Panna, quindi. Tanta. Come dimenticare i tortellini «dello chef», con panna, prosciutto e piselli? E l’immancabile coppa Martini con i gamberetti in salsa rosa, come antipasto, anche e soprattutto agli eventi? Si celebravano i gusti barocchi e voluttuosi delle penne con il salmone alla vodka, del risotto allo Champagne, del carpaccio con rucola e grana o delle lasagne verdi. E ancora l’utilizzo del cartoccio e della crosta di pane per cucinare il pesce di mare.

primi piatti @ilmatterellopastafresca.it

Comunque, tra eccessi ed esagerazioni, la cucina Anni ’80 ha avuto il merito di chiudere quasi definitivamente con la Nouvelle Cuisine degli anni ’70, spesso mal interpretata dai nostri cuochi (Marchesi è stata una geniale eccezione) e di preparare il grande ritorno della tradizione e del territorio, come legittima reazione alle esagerazioni d’oltralpe.

Come leggere questo ritorno di fiamma?

Sotto varie angolature: una maggiore attenzione alla nostra storia (positivo), la voglia di rendere godibili e sicuramente più leggeri i piatti del passato (positivo), la scarsità di idee nuove che invece personalmente ci sembra un aspetto negativo. Ma sino a un certo punto: piuttosto che proseguire sulla strada delle contaminazioni mettendo yuzu, germogli e quinoa in ogni piatto, meglio rivedere e migliorare i nostri piatti tradizionali. Vediamo cosa ne verrà fuori a lungo termine, intanto godiamoci i piatti che sono d’autore, buoni e che ricordano un periodo decisamente più disincantato dell’attuale.

Immagini: @federicamaiolo

Fonte articolo : Il Giornale Stile (Maurizio Bertera)

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